Pizza vegana di grano duro Senatore Cappelli
Questa settimana la nostra Domy ci spiega come preparare un’ottima pizza vegana con un semolato di grano duro Senatore Cappelli, condita con un’alternativa vegetale al formaggio al gusto cheddar e un affettato 100% veg in alternativa agli insaccati.
Ingredienti per 4 persone
500 gr di semolato di grano duro Senatore Cappelli
300 ml di acqua
200/300 gr di pomodoro ciliegino
200 gr di Mozzarisella a fettine gusto cheddar - consideratene 3 fettine per pizza
100 gr di fetta rustica tofu e pistacchi – consideratene 2 fettine per pizza (potete anche optare per altri prodotti: ad esempio il carpaccio aromatizzato di mopur o l’affettato vegetale Salame)
80 gr di indivia riccia
4 cucchiai di olio di semi di girasole deodorato
1 cucchiaino di lievito di birra secco in granuli
½ cucchiaino di zucchero di canna
Sale integrale marino qb
Olio extravergine di oliva qb
Procedimento
In una ciotola versate 150 ml di acqua tiepida, e aggiungete il lievito di birra e mezzo cucchiaino di zucchero di canna. Lasciatelo riposare per 10/15 minuti, fino a quando il lievito si riattiva, formando una schiumetta in superficie.
In un'altra ciotola, abbastanza capiente, versate la farina, il lievito reidratato e l’olio di semi di girasole deodorato, e iniziate a mescolare gli ingredienti. Aggiungete dopo qualche minuto un cucchiaino di sale e la restante parte di acqua e continuate a manipolare l'impasto fino ad ottenere una palla morbida, omogenea, non appiccicosa, simile alla consistenza del lobo dell’orecchio. Copritelo con un panno e lasciatelo lievitare per 1-2 ore nel forno spento, magari con luce accesa, a circa 27-28 C°.
Nel frattempo tagliate a pezzetti i pomodorini e l'indivia riccia e dividete a metà le fette di Mozzarisella e di affettato vegetale.
Terminata la lievitazione dell’impasto, dividetelo in quattro panetti di dimensioni uguali. Ponete ciascun panetto su un piano infarinato e date forma alle pizze: schiacciate il panetto con entrambe le mani e, man mano, dategli una forma circolare, con movimento rotatorio, ribaltandolo più volte per infarinare entrambi i lati. Una volta stese le pizze (avranno dimensione media) con uno spessore di circa 2/3 mm, conditele con il pomodoro ciliegino e adagiatevi sopra le fette di Mozzarisella. Ponete in forno già caldo a 220C° in modalità ventilata, due per volta, per circa 15/20 minuti. Terminata la cottura, tirate fuori le pizze dal forno e aggiungete a crudo l'indivia riccia, l’affettato vegetale di tofu e pistacchi e un filo di olio evo.
Servite le vostre pizze ben calde. Vi suggeriamo di accompagnarle a una buona compagnia e a un'ottima birra. Vi diamo qualche suggerimento
Semolato vs semola
Il semolato è ottenuto dalla rimacinazione della semola e, rispetto a quest’ultima, ha grani più piccoli; viene utilizzato per preparare in casa pane e pasta.
Il Grano duro Senatore Cappelli
Il grano Senatore Cappelli è una varietà di frumento duro selezionata a partire da grani nordafricani, in Puglia, agli inizi del Novecento, da Nazareno Stampelli. Stampelli selezionò una varietà rustica molto resistente e adatta ai terreni del Meridione, una pianta alta fino a un metro e ottanta, cui decise di dare il nome del senatore e marchese Raffaele Cappelli, che aveva iniziato la modernizzazione dell'agricoltura in Puglia. Definito negli anni 30 “razza eletta” e molto sponsorizzato dal regime fascista per vincere la cosiddetta “battaglia del grano” (campagna volta a perseguire l’autosufficienza produttiva di frumento), il grano Senatore Cappelli é un grano duro rustico che predilige i terreni poveri e argillosi. Detiene eccellenti qualità nutrizionali e un alto valore proteico; in Puglia tali caratteristiche gli hanno valso l’appellativo di “ carne dei poveri”.
Difficile da coltivare, permette di ottenere dalla sua macinazione semole che consentono di produrre una pasta dal tipico colore giallo-ambra molto resistente alla cottura. La bassa resa e la difficile coltivazione sono stati i limiti che, negli anni ’70, ne hanno causato la sostituzione con la varietà ”Creso”, ottenuta attraverso una sua modificazione genetica.
Proprio i limiti sopra citati che ne hanno, in passato, causato il declino, oggi ne stanno proponendo la reintroduzione in alcune regioni italiane. Infatti, similmente a tutti i grani antichi, il grano “Senatore Cappelli”, con la sua altezza e il suo apparato radicale sviluppato, soffoca le malerbe, ha una buona tolleranza nei confronti di agenti infettanti e quindi consente di limitare il ricorso ai diserbanti e ad altre sostanze di sintesi chimica.
Il grano duro Senatore Cappelli, inoltre, è molto più sano dei grani moderni. È digeribile, a basso contenuto di glutine (non avendo subito alcun incrocio con il grano Creso, maggiore responsabile della celiachia e delle intolleranze al grano, ha una buona tollerabilità) e contiene una percentuale maggiore di fibre, sali minerali (calcio, selenio e magnesio) e – come già detto – proteine di buon valore. Oggi il marchio Akrux® tutela il grano duro Cappelli tramite un disciplinare di produzione che ne controlla l’intera filiera biologica.
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Per approfondire le caratteristiche del semolato di Grano Cappelli utilizzato in questa ricetta, vi invitiamo a dare un’occhiata al sito della Ecor: http://www.ecor.it/it/prodotti/progetti-di-filiera/farine-ecor
Questo prodotto fa parte del progetto di filiera di Ecor.